Il golden fixing è la procedura per determinare il prezzo di questo metallo prezioso che viene effettuata a Londra due volte al giorno (alle 10:30 e alle 15:30 ora locale) dalla London Bullion Market Association. Questa associazione ha avuto questo compito fin dal 1919, quando il golden e il silver fixing hanno iniziato a essere fissati dalla Borsa di Londra. I membri fondatori della LBMA sono stati la Mocatta & Goldsmid Limited, la Johnson Matthey Bankers Limited, la Sharps Pixley Limited, la Samuel Montagu & Co. Limited e la N.M. Rothschild & Sons Limited. Successivamente l’autorità è stata riformata e dal 2004 ne hanno fatto parte la Deutsche Bank AG, The Bank of Nova Scotia Mocatta, l’HSBC, la Société Générale e la Barclays Bank PLC. Si tratta delle più importanti banche a livello mondiale e i maggiori operatori del mercato aureo.
Il fixing dei metalli preziosi è una vera e propria asta: il Chairman annuncia un prezzo d’apertura tenendo conto del rapporto tra domanda e offerta. Ogni membro si dichiara interessato o meno a quel prezzo in base agli ordini di vendita e di acquisto ricevuti e si propone come acquirente oppure venditore. Il prezzo ufficiale viene determinato quando domanda e offerta si bilanciano; la quotazione rimane valida fino all’incontro successivo. La stessa procedura viene effettuata per tutti i vari metalli preziosi, come il palladio e l’argento, tuttavia in questo caso il fixing ha una valenza giornaliera. Tutti i prezzi sono espressi in dollari USA per oncia troy (31,1034768 grammi) e per comodità d’uso vengono pubblicati anche in euro e sterline. Quindi vengono applicati in tempo reale da tutti i mercati e dagli operatori di metalli preziosi.
Nel 2014 la Deutsche Bank ha deciso di abbandonare il fixing dell’oro e argento, annunciando il quasi totale ritiro da parte dell’istituto dalle attività nelle materie prime a causa della politica di tagli messo in atto. Si trattava di una decisione legata al notevole ridimensionamento della divisione commodities, tuttavia la banca tedesca ha continuato e continua ancora oggi a operare nei metalli preziosi. Infatti, già prima del 2014, l’istituto effettuava queste transazioni commerciali al di fuori degli appuntamenti quotidiani per il fixing. Di conseguenza la decisione presa non ha avuto un impatto notevole sulla strutturazione della Deutsche Bank e sul suo assetto. Proprio per questo motivo la società ha potuto rassicurare i mercati, gli operatori, gli investitori e i propri clienti del normale proseguimento di tutte le attività riguardanti il settore dei metalli preziosi. Questa dichiarazione è stata fondamentale per tutelare gli operatori del mercato dell’oro che non hanno a disposizione nessun altro benchmark proprio a causa delle caratteristiche stesse del metallo aureo. Questo, infatti, non ha un vero valore di chiusura perchè viene scambiato spot 24 ore su 24. Tuttavia il disimpegno ha fatto molto scalpore anche per il fatto di essere avvenuto in una situazione particolare, quando l’istituto tedesco è stato messo sotto osservazione da parte dei regolatori per gli scambi di valute e per le possibili manipolazioni dei benchmark finanziari. Inoltre lo stesso fixing era stato oggetto di indagini da parte della Bafin, della Fca e della Cftc, gli equivalenti tedesco, britannico e statunitense dell’italiana Consob.
A seguito dell’annuncio al disimpegno dal fixing dei metalli preziosi la Deutsche Bank ha cercato di vendere la propria posizione a un istituto di rilevanza mondiale oppure a un altro membro della London Bullion Market Association. Infatti la banca tedesca era dal 1994 uno dei tre istituti che determinavano il prezzo dell’argento e uno dei cinque che si occupava del valore dell’oro. Il passaggio di consegne però non è avvenuto, quindi la banca d’investimento più grande d’Europa ha ufficialmente abbandonato il 13 maggio 2014 le procedure per il silver e il golden fixing. L’effetto immediato sulla determinazione del prezzo dell’oro e dell’argento è stata una riduzione degli istituti demandati a questo compito. Infatti rimangono solo quattro membri (la Barclays, la Société Générale, l’HSBC e la Scotiabank) a fissare la quotazione dell’oro; nel caso dell’argento sono soltanto la Scotiabank e l’HSBC.