L’argento è un metallo prezioso presente in natura sotto forma di minerale. Le sue caratteristiche di malleabilità e duttilità lo rendono versatile a diversi campi di applicazione. Comunemente, esso è conosciuto come il metallo più usato nella realizzazione di oggetti da gioielleria, per esempio, posate, vassoi, teiere, monili e molto altro. Sul mercato è identificabile attraverso marchio e punzonatura che ne definiscono la composizione. In realtà, tanti oggetti possono avere una buona percentuale di argento ma molti altri possiedono solo la lamina di copertura. Al momento della valutazione questo è determinante per poterne stabilire il valore ed eventualmente realizzarne guadagni dalla vendita. Tutto ciò che viene impresso in fase di realizzazione dell’oggetto parla della sua identità. In molti casi, si riporta anche il simbolo dell’argentiere, il suo numero di registro e la provincia di appartenenza. Quindi, con semplici accorgimenti è possibile conoscere il valore dell’oggetto in nostro possesso.
Negli ultimi anni, a causa della crisi e dell’instabilità economica mondiale in molti ricorrono alla realizzazione di contante attraverso la vendita di oggetti in argento presso i compro argento. Disfarsi di argenteria di famiglia non usata, di gioielli rotti o non più utilizzati è un buon modo di reperire denaro da destinare a spese più immediate. Quindi, avere dell’argento in casa è come avere, comunque, un capitale utilizzabile in qualunque momento. Spesso, però, questi oggetti rappresentano anche un ricordo, per cui al momento di disfarsene si vuole avere la certezza di avere almeno realizzato un buon affare. Quindi, per prima cosa è necessario avere idea della composizione dell’oggetto e soprattutto riuscire a capire i guadagni realizzabili.
Il punto di partenza sta nell’osservare, con una buona lente di ingrandimento, il titolo, il marchio e la punzonatura presenti sull’oggetto o sul monile. I lingotti d’argento sono costituiti al 99,9% da argento puro. Gli altri oggetti che comunemente si trovano in casa come oggettistica, bracciali, collane, anelli e altro potranno riportare i seguenti titoli: 800/1000, 835/1000, 925/1000. La prima punzonatura indica che l’oggetto è composto da 800 parti in argento e per il resto da rame ed altri metalli. 835, invece, è la dicitura utilizzate per le monete. 925 indica quante parti di argento sono state usate nella realizzazione e quanto di qualsiasi altro metallo. Quest’ultima punzonatura viene detta anche Steriling Silver. Nel caso di oggetti riempiti come, ad esempio, manici di coltelli il riempimento è fatto con resine o altro materiale. La punzonatura, in questo caso riporta anche una lettera R nel quadrato con accanto dei numeri che stanno ad indicare quanti grammi di argento sono stati impiegati nella copertura. Infine, per capire se l’oggetto è stato realizzato prima o dopo la legge del 1968 è necessario verificare la presenza di numeri e lettere. Un tempo infatti venivano impressi anche il numero del gioielliere e la provincia di riferimento, ad esempio, 10 Pa (argentiere 10 di Palermo). Dopo la modifica della legge è necessario ci sia un esagono allungato contenente anche una stella * che indica la Repubblica Italiana.
Quindi, avere già un’idea circa la composizione del nostro oggetto è un primo passo per la realizzazione di un buon affare. Ogni paese, ovviamente, disciplina la materia dei preziosi al fine di tutelare gli acquirenti. I marchi e le punzonature sono espressi in funzione della legge. Può anche capitare che l’oggetto non riporti alcun marchio nel caso in cui la legge del paese di provenienza non ne richiede l’obbligatorietà. In questo caso può essere eseguita una semplice verifica chimica per testare l’oggetto d’argento in nostro possesso. Esistono, infatti, in commercio acidi in grado di saggiare la composizione dell’oggetto allo scopo di identificarne le percentuali. L’acido solforico (H2SO4) è in grado di rilevare la presenza dell’argento. Quindi, prelevare un campione di metallo strofinandolo sulla pietra di paragone, ovvero, la basanite che è in grado di rilevare la purezza del metallo. Versare alcune gocce di acido e notare la reazione. Se il metallo diventa rossastro allora è vero argento. Le tonalità variano in funzione della composizione: rosso brillante indica argento puro, rosso scuro argento 925 e rosso tendente al marrone l’argento 800. Nel caso, il saggio sparisce o assume colore diverso dal rosso allora non è rilevata presenza di argento.