Conoscere qual è il valore dell’oro è fondamentale per chiunque sta valutando la possibilità di aprire e gestire un’attività di compro oro.
I compro oro, come noto, sono delle aziende che acquistano oro direttamente da privati pagandolo in contanti: nello specifico vengono acquistati degli oggetti in oro di qualsiasi tipologia, dai gioielli ai soprammobili, dai quali appunto viene ricavata la materia prima grazie a degli appositi processi di fusione.
L’oro è un metallo prezioso che gode sempre di una notevole domanda, di conseguenza le imprese che operano nel settore possono senza dubbio ricavare degli ottimi utili dalla loro attività di compravendita.
Un’attività di compro oro, ovviamente, deve essere regolarmente abilitata e deve rispettare con rigore le vigenti norme, soprattutto quelle riguardanti l’identificazione del cliente e la tracciabilità di ogni operazione.
Sia chi gestisce un’attività di compro oro che chi desidera vendere questo metallo prezioso, devono considerare come punto di riferimento la quotazione ufficiale di questo metallo.
L’oro infatti è quotato ufficialmente a livello internazionale, e la sua quotazione è soggetta a delle oscillazioni, di norma piuttosto lievi; per controllare in tempo reale la quotazione aggiornata dell’oro è sufficiente far riferimento a uno dei numerosi siti Internet attendibili che riportano, appunto, le varie quotazioni dei metalli preziosi.
Nel momento in cui un cliente presenta un oggetto in oro per poterlo vendere, l’esercente deve considerare non solo la quotazione ufficiale di questo metallo, ma anche ovviamente il peso dell’articolo, quindi la quantità di oro presente, e anche il suo livello di purezza.
La purezza dell’oro è misurata infatti in carati: quest’unità di misura, la quale è indicata con il simbolo kt, indica quanto oro è effettivamente presente nella lega metallica che compone l’oggetto, ovvero su 24 unità quante sono costituite dal metallo prezioso.
Alla luce di quanto visto si spazia dunque da un minimo di 1 kt, ovvero un’unità di oro su 24, fino ad un massimo di 24 kt, cifra che indica un oggetto costituito di oro pressoché al 100%.
Tutti gli aspetti che abbiamo menzionato fino ad adesso sono oggettivi e riguardano quindi tutte le imprese operanti nel settore del compro oro, parallelamente ad essi tuttavia vi sono anche i cosiddetti spread, ovvero le quote che il negozio di compro oro trattiene ad ogni transazione al fine di poter ricavare i propri profitti.
Non è una novità il fatto che le varie aziende di compro oro forniscano una valutazione differente relativa al medesimo oggetto: per quanto, come detto, la quotazione del metallo prezioso a cui si fa riferimento sia la medesima, le aziende applicano degli spread differenti.
Si stima che tra gli spread più bassi e quelli più alti per quel che riguarda le aziende di compro oro operanti in Italia vi sia un divario pari a circa il 20%, una percentuale non indifferente che rappresenta certamente uno stimolo, per il consumatore, a richiedere delle valutazioni a più imprese concorrenti.
Un’azienda che si affaccia a questo settore deve scegliere con attenzione che tipo di spread praticare ad ogni acquisto di oggetti in oro, e da questo punto di vista hanno sicuramente un peso importante i vari costi connessi alla gestione dell’attività, quindi le spese legate al marketing, alle campagne pubblicitarie, all’affitto dei locali commerciali e via discorrendo.
Sicuramente spendere il meno possibile per l’acquisto di un oggetto in oro può consentire all’azienda di incrementare i suoi utili, ma ovviamente i consumatori sono attenti e si orientano verso le proposte per loro più convenienti, e la concorrenza, in tale ambito, è molto accesa.
Per poter essere competitivi devono essere dunque soppesati diversi aspetti, e se si vuol avviare un’attività di questo tipo può essere un’ottima idea quella di optare per una soluzione in franchising.
Aprire un compro oro in franchising è un’opportunità interessante anzitutto dal punto di vista del marketing, dal momento che i consumatori sono molto più propensi a rivolgersi a dei brand rinomati, anche a costo di ricavare di meno dalla vendita dei loro oggetti in oro, allo stesso tempo appoggiandosi ad uno dei “colossi” del settore si scongiura al meglio il rischio di invenduto, dal momento che l’usato viene prontamente ritirato.
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